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Il Sistema di Gestione per il BIM diventa norma UNI

Entro la fine del 2025 sarà pubblicata la norma UNI 11337-8: “Sistema di Gestione dei processi digitalizzati in una organizzazione operante nel settore delle costruzioni e dell’immobiliare”.
Si tratta di una importante integrazione della famiglia di norme UNI 11337 che introduce l’anello mancante nel mondo BIM (acronimo generico e semplificativo, ma efficace, per identificare la digitalizzazione dei processi legati alla costruzione e alla gestione degli immobili): il Sistema di Gestione.

Un po’ di storia
Non siamo di fronte a una novità in senso assoluto: la UNI 11337-8 è la naturale evoluzione della UNI/PdR 74, che tratta lo stesso argomento. Le Prassi di Riferimento sono documenti che vengono pubblicati in riferimento ad argomenti innovativi. Hanno un ciclo di cinque anni, dopo i quali, se riscuotono interesse, “sfociano” in norme vere e proprie.
La UNI/PdR 74 fu pubblicata nel 2019 su iniziativa di ICMQ. Lo scopo era quello di rendere disponibile a chiunque interessato i risultati di un’attività iniziata nel 2016 e che aveva portato allo sviluppo di una Specifica Tecnica che, per la prima volta, non sono in Italia ma anche a livello internazionale, introduceva il concetto di Sistema di Gestione per il BIM (o meglio, Sistema di Gestione per i processi digitalizzati nel mondo delle costruzioni).
L’idea di sviluppare un Sistema di Gestione per il BIM nasce quasi 10 anni fa quando, cominciando ad affrontare il tema legato alle competenze del personale, i tecnici di ICMQ hanno compreso che l’efficace applicazione del “metodo BIM” non può essere legata solo alle competenze delle singole persone ma è necessario un gioco di squadra nel quale ognuno ricopre un ruolo ben definito e i risultati vengono raggiunti dall’azienda (il termine corretto è organizzazione) nel suo complesso.
ICMQ ha quindi attivato un gruppo di lavoro nel quale erano rappresentate tutte le parti interessate (società di ingegneria, istituzioni, grandi committenti, università, ministero delle Infrastrutture, ecc…) che ha portato allo sviluppo di una prima specifica tecnica proprietaria a fronte della quale sono state emesse le prime certificazioni a partire dal luglio 2017. Per quanto ai tempi ICMQ non fosse ancora Società Benefit, la condivisione del sapere è sempre stata uno dei valori fondanti per cui, nel 2019 si è attivato UNI per trasformare il know how di ICMQ in una Prassi di Riferimento accessibile a tutti e a fronte della quale anche altri Organismi hanno potuto rilasciare certificazioni. ICMQ ha, poi, ottenuto l’accreditamento da parte di Accredia per il rilascio della certificazione del sistema di gestione BIM in conformità alla UNI/PdR 74:2019.
Il resto è storia: ad agosto 2025 ci sono sette organismi attivi e 219 siti certificati, di cui quasi il 50% con ICMQ. Nel 2024 (5 anni dopo la pubblicazione della PdR), UNI ha attivato un gruppo di lavoro che ha portato alla definizione della nuova norma.

Cosa cambia
La UNI 1137-8 nasce dall’esperienza quasi decennale di applicazione e verifica dei Sistemi di Gestione dei processi digitalizzati.
È importante premettere che rimane inalterata la struttura basata sulla High Level Structure definita da ISO, che accomuna tutte le norme che trattano i Sistemi di Gestione e che sarà confermata nella futura ISO 9001:2026. Si tratta di una scelta effettuata fin dalla prima stesura della Specifica Tecnica allo scopo di favorire l’integrazione con altri Sistemi di Gestione eventualmente attuati in azienda (Qualità, ma anche Salute e Sicurezza sul Lavoro, Protezione delle Informazioni ecc..).
Rimane inalterato anche l’approccio basato sui rischi: a partire dalla comprensione del contesto e delle aspettative delle parti interessate, è necessario identificare i possibili eventi che potrebbero portare al mancato raggiungimento degli obiettivi (o le opportunità che potrebbero far crescere l’azienda) e definire le azioni (sotto forma di risorse, piani, procedure ecc…) che possono minimizzare la probabilità o il danno del verificarsi di un evento indesiderato o, viceversa, massimizzare la probabilità di cogliere un’opportunità.
La differenza principale rispetto alla UNI/PdR 74 sta nella definizione dei processi coinvolti nel Sistema di Gestione e dei requisiti ad essi applicabili.
L’appendice A della UNI/PdR 74 identificava quattro tipologie di organizzazioni potenzialmente interessate ad adottare un sistema di gestione: le stazioni appaltanti, le società di ingegneria, le imprese di costruzione e i gestori del patrimonio immobiliare.

La norma sposta l’attenzione dalle tipologie di organizzazione ai processi, che vengono individuati in modo dettagliato. Si parte dalla committenza e dal rilievo, passando per la modellazione e la progettazione. Sono compresi anche la direzione lavori, il coordinamento della sicurezza e l’esecuzione, oltre alle fasi di manutenzione e collaudo. Altri processi rilevanti riguardano la gestione immobiliare e la verifica ai fini della validazione, insieme al coordinamento generale. L’elenco si completa con il BIM/CDE management e con la gestione dei processi autorizzativi.

Una organizzazione può svolgere uno o più processi, per esempio una stazione appaltante svolge la sola attività di committenza, mentre una società di ingegneria potrebbe occuparsi di modellazione, progettazione, direzione lavori e altro. Per ciascun processo l’appendice B identifica i requisiti minimi, in termini di infrastrutture, sicurezza delle informazioni, organizzazione e procedure. In fase di certificazione il team di audit dovrà valutare l’applicazione di tutti i requisiti obbligatori in funzione dei processi per i quali l’organizzazione chiede di essere certificata. L’appendice B è normativa: il mancato soddisfacimento di un requisito porta all’emissione di una non conformità che dovrà essere gestita prima di poter ottenere la certificazione.
Un altro aspetto rilevante è quello dell’ambiente di condivisione dei dati (in acronimo ACDat); si tratta di un elemento basilare del processo di collaborazione digitale. L’appendice C definisce le caratteristiche minime dell’ACDat, anche in questo caso in funzione dei processi. Il mondo degli ACdat, inteso come software disponibili sul mercato è estremamente complesso e in costante e rapida evoluzione. Per questo motivo l’appendice C è informativa: è da prendere come suggerimento ma sarà possibile ottenere la certificazione anche se i requisiti non sono pienamente soddisfatti.

Il transitorio
Dal momento della pubblicazione della norma gli organismi di certificazione dovranno chiedere l’estensione dei propri accreditamenti. Sarà quindi possibile avere la certificazione a fronte della UNI 11337-8 già il giorno successivo alla sua pubblicazione; tuttavia, perché queste certificazioni siano accreditate sarà necessario attendere qualche mese.
Chi invece sta attuando o sta lavorando per attuare un Sistema di Gestione conforme alla UNI/PdR 74 non deve preoccuparsi: ci sarà un periodo transitorio in cui le due norme potranno convivere. La durata di tale periodo sarà definita dall’ente di accreditamento, ma è ragionevole ritenere che sarà di due anni. Sarà, quindi, possibile eseguire il passaggio alla nuova norma nel corso di una delle verifiche di sorveglianza o di rinnovo già pianificate.
Altro aspetto rilevante è la continuità del certificato: dal punto di vista formale siamo di fronte a una norma completamente nuova, per cui tutti i certificati dovrebbero partire da zero (con nuovi numeri e data di prima emissione “resettata”). Tuttavia, la norma è nuova solo dal punto di vista formale, per cui come già successo in occasione del passaggio da BS OHSAS 18001 a ISO 45001, sarà possibile mantenere sia il numero del certificato, sia la data di prima emissione: informazione particolarmente importante per chi vuole dimostrare la maturità del proprio Sistema di Gestione dei Processi Digitalizzati.

Conclusioni
L’applicazione della UNI 11337-8 porterà un ulteriore contributo alla crescita delle organizzazioni del settore costruzioni che applicano processi digitalizzati. Per chi già attua un Sistema di Gestione secondo la UNI/PdR 74, il passaggio non sarà traumatico, sarà necessario porre attenzione alla gestione delle risorse e alla formulazione del campo di applicazione, aspetti ai quali già oggi gli auditor ICMQ pongono particolare attenzione.

Leggi l'articolo impaginato su ICMQ Notizie n. 119

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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.