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Il Sistema di Gestione per la Parità di genere

Ormai da diversi anni si pone sempre più attenzione alle tematiche legate alla parità di genere, in particolare per quanto riguarda le disparità sul posto di lavoro.
Tali differenze si riscontrano in tutto il mondo; facendo riferimento all’Europa si nota come il distacco sia meno accentuato nei paesi nordici (secondo la rilevazione dell’indice di parità di genere effettuata dall’European Institute for Gender Equality per il 2022, Svezia e Danimarca raggiungono un punteggio rispettivamente di 83,9 e 75,4 su 100) mentre l’Italia di posiziona a “metà classifica” (con un punteggio di 65 su 100 in leggero miglioramento rispetto al 63,8 del 2021). Per quanto ci siano Paesi “messi peggio” (per esempio Ungheria e Grecia), risalire questa classifica è uno degli obiettivi che il legislatore si è posto ormai da diversi anni. L’obiettivo è coerente con la cosiddetta “Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” individuata delle Nazioni Unite che definisce 30 obiettivi da raggiungere entro il 2030. Tra questi compare anche la parità di genere.
A livello di legislazione nazionale si possono citare:
- il “codice della pari opportunità” (D.lgs. 198/2006 del 11/06/2006, integrato con Legge 162 del 05/11/2021);
- il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che nell’ambito della sezione “inclusione e coesione” include un capitolo relativo alle politiche per il lavoro che tratta anche di parità di genere.
- in Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29.05.2023 è stato pubblicato il Decreto Legge recante Misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico.

In particolare, l'articolo 2, recante Ulteriori disposizioni per la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, introduce la certificazione della parità di genere nel nuovo codice degli appalti pubblici. Nello specifico, l'articolo dispone che, al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese per l'adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere.
A livello di normazione volontaria, la Prassi di Riferimento UNI/PdR 125 (che definisce linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere) ha festeggiato il suo primo “compleanno” (il documento è stato pubblicato il 16 marzo 2022) e a metà giugno 2023, secondo dati Accredia, i siti certificati sono oltre 1.700. Alla stessa data, gli Organismi di Certificazione accreditati per rilasciare certificazione di conformità alla UNI/PdR 125 sono oltre 30, tra questi ICMQ. I numeri di cui sopra dimostrano il fortissimo interesse non solo per l’applicazione della Prassi, ma per la sua certificazione. D’altro canto è ragionevole aspettarsi che sempre più spesso la presenza di un certificato rilasciato da un Organismo accreditato costituirà requisito premiante nell’ambito di bandi di gara.
La PdR 125 definisce una serie di indicatori di prestazione (KPI) che “fotografano” la situazione dell’organizzazione in riferimento alle pari opportunità. Gli indicatori sono complessivamente 34 e sono divisi in 6 macro aree:
1. Cultura e strategia;
2. Governance;
3. Processi HR (Human Resources);
4. Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda;
5. Equità remunerativa per genere;
6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
A ciascun indicatore è associato un obiettivo. Nella maggior parte dei casi si tratta di obiettivi/indicatori di tipo qualitativo, es: l’indicatore 1 della sezione cultura strategia richiede la “Formalizzazione e implementazione di un piano strategico che possa favorire e sostenere lo sviluppo di un ambiente di lavoro inclusivo e preveda valori aziendali coerenti con una cultura inclusiva”. In situazioni di questo tipo, la valutazione del raggiungimento dell’obiettivo è di tipo sì/no (il Piano di Strategico è presente ed attuato o non lo è, non vi sono vie di mezzo).
In altri casi l’indicatore è di tipo quantitativo, es obiettivo 3 della sezione opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda: “Percentuale di donne nell'organizzazione con qualifica di dirigente”. La valutazione di questo indicatore si esplicita in un valore percentuale; in questo caso i criteri per definire se l’obiettivo è raggiunto sono descritti nel dettaglio dalla Prassi di Riferimento per ogni singolo KPI.
Le organizzazioni di dimensioni ridotte potrebbero avere difficoltà ad applicare alcuni degli indicatori (es: quello sopra citato relativo alla percentuale di dirigenti sarebbe difficile da valutare in un’azienda a conduzione familiare in cui non ci sono dirigenti). Per questo motivo, la Prassi di Riferimento classifica le organizzazioni in quattro categorie:
- Micro: fino a 9 addetti
- Piccola: da 10 a 49 addetti
- Media: da 50 a 249 addetti
- Grande: 250 addetti e oltre
Non tutti i KPI sono applicabili a tutte le categorie di organizzazione, in particolare vi sono esclusioni per micro e le piccole organizzazioni.
La particolarità citata nei paragrafi precedenti consiste nel fatto che l’organizzazione non può ottenere la certificazione se non raggiunge almeno il 60% degli obiettivi ad essa applicabili. I sistemi di gestione “classici” sono invece orientati al miglioramento continuo e non definiscono un livello minimo al di sotto del quale non si può ottenere la certificazione, fatta salva, ovviamente, la capacità di garantire il rispetto delle prescrizioni (legali e di altro tipo) applicabili.
Il raggiungimento degli obiettivi non è tuttavia l’unico requisito per l’ottenimento della certificazione, vi sono requisiti tipici dei Sistemi di Gestione: l’organizzazione deve definire un Piano Strategico, metterlo in atto, monitorarne l’applicazione e rivederlo periodicamente nell’ottica del miglioramento.
Si tratta del ciclo di miglioramento continuo secondo il ciclo Plan – Do – Check – Act (PDCA) comune a tutti i Sistemi di Gestione. Purtroppo la struttura della PdR 125 non è allineata alla High Level Structure che contraddistingue tutte le norme ISO della stessa categoria (Sistemi di Gestione) e questo complica l’integrazione con eventuali altri Sistemi di Gestione presenti in azienda.

L’ottenimento della certificazione consente di accedere a una serie di benefici, tra cui:
- L’esonero dal versamento dei contributi previdenziali fino a un massimo di 50.000 €/anno (attualmente per l’anno 2022);
- un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

Come accennato in precedenza, ICMQ è accreditato da Accredia per il rilascio della certificazione di conformità alla PdR 125. L’iter di certificazione è analogo a quello degli altri Sistemi di Gestione e consiste in un audit iniziale (diviso in fase 1 fase 2) nel quale verrà valutato anche il livello di raggiungimento degli obiettivi, e audit periodici di sorveglianza/rinnovo con cadenza annuale. Come per tutti i propri servizi ICMQ seleziona gli auditor e tutto il personale coinvolto nel processo di certificazione sulla base delle competenze in relazione alla norma e al settore in cui operano i clienti, in questo modo gli audit non sono semplici “esami” in cui si verifica l’applicazione di un requisito, ma occasioni di confronto che consentono di scambiare esperienze e di cogliere opportunità per il miglioramento dei processi aziendali.

Tra i 17 Obiettivi ONU per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 - il Goal 5 si prefissa l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza di genere. Per la prima volta l’Italia si è impegnata nella definizione della Strategia Nazionale per promuovere le Pari Opportunità e la Parità di Genere, con la quale ha previsto l’introduzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere.

Il requisito della parità di genere per ottenere benefici fiscali e vantaggi negli appalti pubblici è stato oggetto di un intervento normativo, attuato nell’ambito della riforma del Codice dei contratti pubblici, recentemente approvata con il D.Lgs. 36/2023; al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano il possesso dei requisiti di cui all'articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.

I vantaggi della Certificazione di Parità di Genere:
• sgravi contributivi riservati alle imprese che siano in possesso della certificazione al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, nel limite dell’1% dei contributi complessivamente dovuti e di € 50.000 annui per ciascuna azienda (art. 5, c. 1 e 2, L. 162/2021);
• punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti (art. 5, c. 3, L. 162/2021);
• riduzione del 30% della garanzia fideiussoria per la partecipazione a gare pubbliche (art. 93, c. 7, D.Lgs. 50/2016, modificato dall’art. 34, c. 1, D.L. 36/2022);
• acquisizione di un miglior posizionamento in graduatoria nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture (art. 95, c. 13, D.Lgs. 50/2016, modificato dall’art. 34, c. 2, D.L. 36/2022);
• positivo riflesso reputazionale.

Di seguito le principali iniziative a sostegno già poste in atto:

Decreto del Lavoro per esonero contributivo
E’ stato pubblicato l’atteso Decreto del Lavoro con cui vengono definiti criteri e modalità della fruizione dell’esonero contributivo per i datori di lavoro privati che conseguano la certificazione per parità di genere. I criteri e le modalità di concessione dell'esonero sono stati, infatti, definiti con il decreto 20 ottobre 2022 del Ministero del Lavoro.

Nuovo portale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Sistema Nazionale di certificazione per la parità di genere
E’ attivo il nuovo portale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nato per promuovere e far conoscere a cittadini e imprese il sistema nazionale di certificazione accreditata per la Parità di genere
Sul portale saranno pubblicati gli avvisi per le misure di supporto alle piccole e medie imprese e microimprese per l’ottenimento della certificazione e saranno consultabili l’elenco degli organismi di certificazione accreditati ed il numero delle imprese certificate.

BANDO #ZHEROGAP# - Regione Lombardia
Regione Lombardia ha pubblicato il Bando #Zherogap# che si propone di supportare le imprese lombarde nel conseguimento della certificazione della parità di genere, tramite due Linee di finanziamento.

Accordo Unioncamere-Pari Opportunità per la certificazione delle imprese contro il gender gap
UNIONCAMERE ha attivato un’iniziativa di sostegno alle imprese per questa certificazione attraverso un accordo con il Dipartimento delle Pari Opportunità

Per informazioni, scrivere a commerciale@icmq.org

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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.