News

Commesse pubbliche, BIM e sicurezza dei dati: la scelta di GENIODIFE

Nel 2022 il settore Formazione di ICMQ ha avuto l’onore di svolgere un corso in due moduli, base e avanzato, dal titolo “Corso teorico/pratico sulla gestione BIM delle commesse pubbliche”, per conto del Ministero della Difesa.



Il target era inizialmente previsto nell’ambito di 10/15 partecipanti, ma il livello degli argomenti e del corpo docente ha riscosso tanto interesse fra i tecnici della Difesa, da vedere coinvolti numerosi ufficiali delle quattro Forze Armate (Aeronautica, Marina, Esercito e Carabinieri), non solo della sede centrale, ma anche delle diramazioni tecniche e territoriali. ICMQ ha deciso di approfondire le motivazioni che hanno spinto questa importante struttura tecnica della Difesa a scegliere la strada del BIM, attraverso un’intervista ad alcuni partecipanti al corso.

In che ambito opera la vostra Direzione e come mai avete deciso di intraprendere un percorso di alta formazione sul BIM?
Gen. Isp. Giancarlo Gambardella




La Direzione dei Lavori e Demanio (GENIODIFE) è una Direzione Tecnica del Segretariato Generale della Difesa - Direzione Nazionale degli Armamenti, l’area tecnico amministrativa del Ministero della Difesa.
Tra le svariate competenze di GENIODIFE rientra la progettazione e la realizzazione di costruzioni edili di ogni tipo, ordinarie e speciali, del comparto Difesa sul territorio nazionale e all’estero (Teatri Operativi), anche a supporto della Alleanza Atlantica (NATO). In tale contesto, l’implementazione del BIM (Building Information Modeling), al di là delle scadenze previste dalla norma, rappresenta una esigenza non più procrastinabile, nell’ottica di una generale ottimizzazione e razionalizzazione dei processi e delle risorse destinate alla pianificazione, realizzazione e gestione delle infrastrutture della Difesa. Un percorso articolato che investe diversi ambiti, tra cui di particolare rilevanza e attualità la condivisione esterna dei dati su piattaforme dedicate alla gestione del processo (il Common Data Environment, secondo UNI EN ISO 19650).
Parliamo di sicurezza del dato, di cloud della pubblica amministrazione, di Cloud service provider qualificati; un tema centrale per il Paese, attualmente impegnato, con un importante progetto del PNRR, nella creazione del Polo Strategico Nazionale, un’infrastruttura in grado di dotare la Pubblica Amministrazione di tecnologie e infrastrutture cloud affidabili, indipendenti e resilienti.

ll metodo BIM è una delle innovazioni che più stanno suscitando l’interesse degli operatori del settore costruzioni. Le parti interessate nell’applicazione del metodo BIM sono molteplici: il committente, l’utilizzatore dell’opera, i progettisti e l’impresa di costruzione. Il BIM è quindi un processo.
Quali sono le indicazioni della pubblica amministrazione in merito all’utilizzo del BIM e quale ruolo dovrà assumere la committenza all’interno di questo percorso di digitalizzazione?
Capitano di Vascello Ing. Francesco Vulpitta Capo Ufficio di Programma Basi Blu

Ringrazio innanzitutto ICMQ per l’opportunità di rendere maggiormente visibile il nostro lavoro.
Stiamo vivendo una svolta epocale cui la Pubblica Amministrazione deve necessariamente adeguarsi, con tutte le problematiche che ne conseguono. La mia recente esperienza presso la Direzione, mi ha dato la possibilità di vedere nell’immediatezza l’applicazione della metodologia BIM sulle progettualità relative al programma “Basi Blu” della Marina Militare, pertanto, posso decisamente affermare che il BIM non va identificato in un singolo strumento software, ma deve essere inteso come un vero e proprio processo che consente di gestire un’opera dalla pianificazione alla manutenzione.
Progettare con la metodologia BIM vuol dire produrre un modello che non è soltanto una riproduzione 3D, ma una rappresentazione dinamica e multidisciplinare contenente tutte le caratteristiche fisiche e funzionali della costruzione, che vanno dai dati geometrici alle proprietà dei materiali e degli elementi tecnici, includendo le fasi realizzative e manutentive. Il processo così strutturato prevede che ciascuno specialista di settore realizzi la propria parte progettuale condividendola, poi, con i professionisti delle altre discipline senza perdita di informazioni. Si tratta di un approccio “collaborativo” interdisciplinare che consente di ottenere come risultato finale, un modello univoco.
Ritengo anche importante sottolineare che è indispensabile per la PA Committente avviare un processo di rinnovamento delle infrastrutture hardware e software che, nel caso del BIM, non si limita all’acquisto di strumenti e licenze, ma deve essere esteso a una vera infrastruttura informatica con piattaforme di scambio dati e conseguentemente implementazione di reti e collegamenti internet dedicati.
In effetti questa è la nostra priorità: la formazione del personale. Non si deve soltanto saper interagire sui software operativi, ma anche padroneggiare un nuovo linguaggio, indispensabile ad impostare le gare d’appalto e gestire i “nuovi” contratti di progettazione, sfruttando al massimo le potenzialità che il BIM offre.
La transizione verso la novità richiede di evitare che le progettualità siano avviate pensando nelle classiche 2 dimensioni e cercando, poi, di trasporre l’oggetto nelle varie dimensioni BIM. E’ proprio la costante dialettica tra Committenza e Operatore economico che consentirà di crescere insieme.



Qual è stata l’esigenza che ha spinto la vostra struttura ad intraprendere un percorso formativo sulla gestione BIM delle commesse pubbliche?
Colonnello Ing. Giovanni Tota Capo 1° Divisione

Concordo con quanto dichiarato dal collega Vulpitta. GENIODIFE, quale Stazione Appaltante di opere pubbliche ha il dovere di cogliere questa opportunità e pertanto ha deciso di studiare, valutare e infine intraprendere un percorso formativo utile a focalizzare e consolidare la gestione dell’uso di metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l´edilizia e le infrastrutture. Lo scopo che abbiamo deciso di perseguire è quello di efficientare i processi decisionali mediante il supporto di informazioni strutturate; controllare i tempi di esecuzione e razionalizzare la spesa, grazie ad un maggior coordinamento della progettazione multidisciplinare; tempestività ed attendibilità delle informazioni per la gestione dell´opera nella fase di esercizio.
Dai nostri studi e dai molteplici incontri organizzati con operatori economici del settore e vari enti della PA, abbiamo compreso che la metodologia BIM permette di contemperare tutte le esigenze; superando il concetto di progettazione tradizionale ed arrivando a generare un vero e proprio ambiente condiviso di informazioni strutturate, all’interno del quale tutti gli attori coinvolti sviluppano un progetto integrato e coordinato. L’implementazione del BIM consentirà inoltre una epocale evoluzione del concetto di integrazione, tanto sistemica quanto documentale, anche con i database delle Organizzazioni Internazionali che detengono molte infrastrutture della Difesa sul territorio
nazionale.

Quali sono state le figure coinvolte e le aspettative rispetto ai diversi ruoli o ambiti di attività?
Colonnello Ing. Giacomo Santalucia Capo 2° Divisione

La Direzione, nelle more di aggiornare i processi interni e la discendente documentazione, ha nominato un apposito gruppo di lavoro, composto da professionalità interne all’Amministrazione Difesa (Ufficiali del Genio, garantendo la rappresentanza di ogni Forza Armata).
I compiti assegnati al gruppo di lavoro nascono dall’esigenza di soddisfare il Codice degli Appalti, che
prevede l’adozione a cura delle Stazioni Appaltanti di un piano di formazione del personale in ambito BIM e di un piano di acquisizione o di manutenzione degli strumenti hardware e software di gestione digitale dei processi decisionali ed informativi, nonché di un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e di gestione delle singole fasi procedimentali, l’identità dei gestori dei dati, la proprietà degli stessi e le modalità di gestione dei conflitti, in relazione alla natura delle opere e dei cespiti, comprensivi degli aspetti tecnici e procedurali adottati.
In tale ambito, sono state avviate le necessarie attività, al fine di definire i processi interni da adottare, redigere i
modelli standard da utilizzare nelle procedure d’appalto e di esecuzione di progettazione centrali, auspicando di convergere verso un documento unico e condiviso con tutte le FF.AA. Adottando ad esempio la Direttiva di processo GENIODIFE, il Capitolato Informativo, le Linee Guida compilazione capitolato informativo ed il Template di Offerta di Gestione Informativa.

Come ritenete di poter mettere a valore quanto appreso dall’approfondimento formativo e dal confronto con altre realtà pubbliche?
Capitano di Vascello Ing. Luca Nocchetti Capo 3° Divisione

Mi permetta, innanzitutto, di esprimere il mio apprezzamento sulla formazione offerta. Gli approfondimenti effettuati durante il corso appena concluso sono stati utilissimi per la nostra organizzazione del 1° Reparto Progetti e Lavori della Direzione dei Lavori e del Demanio (GENIODIFE), in quanto ci hanno consentito di rapportare e confrontare le metodologie applicative di sviluppo del BIM nelle nostre progettazioni in corso con quanto già fatto in altre strutture della PA.
In tale ambito, ritengo sia stato pregevole livello il confronto con la realtà del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna, molto attinente alle esigenze delle nostre attività di Reparto.
Infatti, l’informatizzazione dei processi infrastrutturali è un tema prioritario nella nostra programmazione di Reparto, in quanto le nostre principali attività, prendendo in considerazione il quadro normativo vigente, sono tutte interessate da questa nuova metodologia di gestione del processo di progettazione di un’opera pubblica.
Seguendo gli interventi e le proposte indicate dai vari relatori, la Direzione ha avviato un percorso di adeguamento dei processi interni, pubblicando una direttiva interna per identificare le fasi di gestione del processo e le linee guida di compilazione della documentazione di gara relativa agli appalti da sviluppare con la metodologia BIM.
Dobbiamo ammettere che non è stato semplice produrre questa documentazione, abbiamo tecnici formati, ma la responsabilità di essere una delle Stazioni Appaltanti più grandi della Difesa ci obbliga ad essere scrupolosi nei nostri processi.
Ritengo, inoltre, che nello sviluppare una prima piattaforma interoperabile (Ambiente di Condivisione Dati - ACDat) capace di garantire la gestione dei succitati processi, ai sensi della norma ISO-19650 sarà utile il confronto con altri operatori della PA già istradati nell’utilizzo del metodo BIM ovvero con l’Industria privata.



Quali sono gli aspetti sui quali ritenete di dover migliorare o di dover consolidare le competenze?
Colonnello, Ing. Giuseppe Russi Capo 4° Divisione

La formazione è un tassello importante nella gestione delle infrastrutture della PA ed è vincolata, sia ai continui aggiornamenti relativi alla normativa sugli Appalti Pubblici, sia alla continua evoluzione tecnologica delle tecniche di costruzione.
Per quanto riguarda il BIM, attualmente non si ha ancora la giusta praticità per gestire digitalmente il “Patrimonio Immobiliare – Infrastrutturale della Difesa”; tutti gli aspetti afferenti al BIM sono da consolidare in termini di capacità gestionali e programmatiche.
In aggiunta, come rappresentato dall’Ing. Coletta durante il corso, uno degli aspetti centrali del processo di digitalizzazione è il Common Data Environment (CDE).
Tale ambito, da considerare importante, è il punto nevralgico da cui si sviluppa l’intero processo di gestione e progettazione interdisciplinare del metodo BIM e di interfaccia con gli stakeholder. Allo stato attuale, la Difesa non ha ancora sviluppato un proprio CDE, ma sta perseguendo molteplici alternative mediante l’intervista di diversi interlocutori per proporre un ambiente sicuro ed intuitivo che faciliti l’utilizzatore finale e che sia capace di aumentare, non solo la produttività dei processi ma soprattutto la velocità di collaborazione end-to-end tra le diverse parti interessate.

ICMQ proporrà nel 2023 questo corso in due moduli, base e avanzato, destinato sia a tutte le stazioni appaltanti pubbliche o partecipate, sia a tutte le realtà tecniche e produttive che vogliano interagire efficacemente con la PA nella realizzazione di appalti pubblici, con metodi BIM, nel quadro delle più recenti evoluzioni legislative. Maggiori dettagli saranno disponibili sul sito www.icmq.it alla pagina “formazione – corsi”, da cui si potrà effettuare anche la relativa iscrizione.

Leggi l'articolo impaginato su ICMQ Notizie n. 108

indietro

Condividi

ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.