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Oltre l'Envision Conference: tre proposte

L’Envision Conference, che si è tenuta a Roma lo scorso 26 maggio, dopo due anni di sospensione dovuti alla pandemia, ha visto la partecipazione dei vertici dei rappresentanti delle principali infrastrutture del nostro Paese nei diversi settori: ferroviario, autostradale, energetico e gestione della risorsa idrica. Dalle presentazioni e dal dibattito che ne è scaturito sono emerse molte considerazioni che hanno permesso di trarre delle conclusioni su tre diverse tematiche che possono essere lo spunto per future azioni che potrà svolgere ICMQ. In primis, è apparso chiaro che un elemento che ostacola la realizzazione di infrastrutture nel nostro Paese in tempi ragionevoli è la pesantezza e la complicazione dell’iter autorizzativo. A titolo di esempio basti pensare che oggi, in piena crisi energetica per scarsità di gas dovuto alla guerra in Ucraina, si ha difficoltà a far partire i lavori di progetti già pronti di parchi eolici, perché l’ottenimento dei necessari permessi richiede un tempo di almeno trentasei mesi. Ma allora, non si potrebbe semplificare l’iter burocratico per quei progetti che sono in possesso di una certificazione secondo il protocollo Envision, dato che hanno certamente svolto delle attività di coinvolgimento degli stakeholder, mettono a disposizione studi di LCA e LCC (Life Cycle Costing) dell’opera, minimizzano l’utilizzo di materie prime, di energia e di acqua, danno evidenza di aver tenuto in conto il rispetto dell’ambiente naturale e della biodiversità, verificato e ottimizzato il rilascio di gas climalteranti come la CO2 e, non da ultimo, aver svolto delle analisi di resilienza dell’infrastruttura ai cambiamenti climatici e sociali? Sicuramente sono progetti che hanno un livello di completezza e di analisi ben superiori alla media di quelli oggi posti in fase di approvazione alle autorità pubbliche. Quindi ICMQ può farsi portavoce di questa proposta, non solo attraverso i propri canali di comunicazione e di rapporti istituzionali, ma anche all’interno dei temi strategici dell’Associazione Infrastrutture Sostenibili.
Un secondo elemento che è emerso in maniera chiara è la mancanza di personale formato con competenze interdisciplinari da impiegare per la realizzazione e la gestione di infrastrutture sostenibili. Sono necessarie professionalità che abbinino a capacità di project management e risk management anche tematiche legate agli aspetti di sostenibilità come l’analisi del ciclo di vita (LCA) ed EPD o la conoscenza di protocolli come Envision e Leed, nonché abbiano una certa dimestichezza con l’utilizzo di modelli digitali come il Building Information Modeling (BIM). È difficile oggi trovare un soggetto formativo, anche a livello universitario, che abbia un know how così articolato che coniughi tutti questi aspetti. Poiché ICMQ ha la fortuna di avere tutte queste competenze al proprio interno e ciò è riconosciuto dal mercato, allora ci si chiede se possa essere l’interlocutore in grado di soddisfare questa esigenza. Sarebbe certamente un obiettivo in linea con la mission di ICMQ di migliorare la qualità del settore costruzioni, e non solo, interpretando anche un ruolo sociale per innalzare le competenze dei giovani e permettergli un inserimento agevolato nel mondo del lavoro.
Il terzo aspetto che è emerso chiaramente nella discussione è che non si può prescindere, oltre che a realizzare infrastrutture sostenibili, dal richiedere che anche gli operatori economici abbiamo in essere dei sistemi per minimizzare eventuali impatti negativi sui temi ESG (Environment, Social, Governance). Ormai il mondo finanziario e degli investitori istituzionali ha l’obbligo di verificare che i propri fondi siano indirizzati verso soggetti e attività che rispettino gli ESG. È imprescindibile però che tale garanzia debba essere comprovata con l’utilizzo di strumenti affidabili, credibili e ripetibili, ovvero che la valutazione di soggetti diversi porti al medesimo risultato. Anche qui, lo strumento che ICMQ propone al mercato, ovvero lo schema Get It Fair, soddisfa queste esigenze e può permettere ai diversi soggetti del mercato di rispondere in modo concreto e certo alle richieste del mondo finanziario.

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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.