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La valutazione delle Asserzioni etiche di responsabilità per lo sviluppo sostenibile

La prassi di riferimento Uni/PdR 102:2021 nasce ufficialmente il 25 Gennaio 2021, con l’obiettivo di fornire delle indicazioni sull’applicazione pratica delle asserzioni etiche in riferimento alla Uni Iso/Ts 17033 in tema di responsabilità e sostenibilità.
L’esigenza di strutturare una prassi di riferimento per le asserzioni etiche di responsabilità per lo sviluppo sostenibile scaturisce dalla necessità di indicare alle organizzazioni un percorso strutturato e condiviso per elaborare dichiarazioni che forniscano informazioni veritiere, attendibili e documentate circa il grado di sostenibilità raggiunto dalle stesse. Ciò si inserisce in una politica di più ampio respiro, iniziata con la definizione dei SDGs, ovvero i 17 target di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 predisposti dall’Onu, volta a premiare l’attenzione delle organizzazioni ai temi legati alla sostenibilità e a garantire a tutti gli stakeholder coinvolti la trasparenza dei processi che sottendono tali dichiarazioni.
La PdR sottolinea che il processo di elaborazione delle asserzioni etiche debba analizzare tutti gli aspetti rilevanti e pertinenti che siano afferenti ai tre pilastri della sostenibilità, ovvero alla dimensione ambientale, sociale ed economica. Poiché i traguardi globali che riguardano queste tematiche sono in continua evoluzione e mutamento, l’asserzione non può indicare il raggiungimento del traguardo finale, ma solo le azioni programmate o già intraprese in un percorso di miglioramento continuo strutturato dall’organizzazione in relazione agli impegni previsti in tema di sostenibilità. Per tale ragione l’asserzione rappresenta la fotografia di un momento ed è strettamente correlata al contesto nel quale si colloca, al variare del quale cessa automaticamente anche il suo stato di validità, e al campo di applicazione identificato dall’organizzazione. Tale campo di applicazione può riguardare indistintamente uno o più prodotti, servizi, processi o l’organizzazione nella sua interezza e deve essere stabilito in maniera chiara ed inequivocabile fin dal principio.
La comunicazione con gli stakeholder delle asserzioni può avvenire con l’utilizzo di simboli, grafiche o dichiarazioni scritte che devono essere chiaramente riportate sui prodotti finali o sulla documentazione di accompagnamento, sia essa a fine tecnico o commerciale.
A titolo esemplificativo, la seguente dichiarazione estrapolata dalla PdR “La banca XY garantisce l’applicazione dei sustainable development goals (SDGs) n. 3, 4, 7 e 8 dell’Agenda ONU 2030 nelle proprie scelte di investimento” è considerata un’asserzione etica di responsabilità di sviluppo sostenibile poiché descrive tutti gli aspetti sociali, economici ed ambientali di rilievo in termini di sviluppo sostenibile che l’impresa si impegna a raggiungere in un contesto ben definito.
A maggior garanzia del rispetto dei principi sui quali si basano le asserzioni etiche, ovvero quelli di affidabilità, trasparenza, rilevanza, coinvolgimento delle parti interessante ed equità, queste possono essere oggetto di verifiche o validazioni di terza parte.
L’organismo di verifica o validazione è chiamato a valutare che il processo di elaborazione delle asserzioni sia coerente con quanto previsto dalle normative. Tale processo deve quindi essere documentato ed evidenziare in particolare l’attendibilità dei dati di supporto utilizzati, la consistenza della pertinenza e della rilevanza degli aspetti di sostenibilità individuati e la completezza dell’analisi del contesto effettuata dall’organizzazione.
ICMQ, oltre ad aver partecipato alla redazione della PdR, è pronto a svolgere le attività di verifica e validazione delle asserzioni etiche di responsabilità per lo sviluppo sostenibile, confermando ancora una volta la sua spiccata tendenza all’avanguardia e la sua sensibilità nei confronti della totalità delle tematiche che riguardano il progresso verso un futuro più sostenibile.

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