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BIM e infrastrutture l’approfondimento di luglio della BIM community

All’inizio del mese di luglio la BIM community, riservata agli esperti certificati da ICMQ, ha proposto due nuovi eventi informativi per i suoi iscritti, dedicati questa volta ad un approfondimento più verticale su una delle tematiche di già pregnante attualità ma che, nei prossimi anni, è destinata ad evolversi ulteriormente diventando sempre di più, attraverso l’integrazione con anche altre tecnologie emergenti, traino di un intero settore: l’applicazione del BIM nell’ambito della trasformazione digitale del settore infrastrutturale.
Risparmiando a quest’articolo il compito di tracciare anche soltanto i contorni del quadro tecnico-normativo di riferimento, vale comunque la pena fare almeno un cenno ad alcuni documenti pubblicati di recente dal MIMS e dall’ANSFISA, in cui viene ribadita la centralità del BIM nel processo di digitalizzazione della filiera ai fini, in particolar modo, di una più efficiente politica e strategia di gestione della rete e degli asset infrastrutturali.
Al di là della recentissima ri-pubblicazione delle Linee Guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti, parzialmente aggiornate e modificate dal D.M. n.204 del 1 luglio 2022, e delle omologhe Linee Guida concepite per le gallerie esistenti – in questo caso di “primo conio” – contenute nel D.M. n.247 del 1 agosto, si ritiene utile dare evidenza anche ad ulteriori due pubblicazioni: il documento strategico sulla mobilità stradale per gli anni 2022-2026 (MIMS)e i criteri per la valutazione dei piani di monitoraggio dinamico per il controllo da remoto di ponti, viadotti e gallerie previsti dal piano nazionale complementare al PNRR (ANSFISA).
E’ il caso di sottolineare, infatti, che, benché il monitoraggio strumentale si presti ad essere percepito come uno dei filoni tecnologici, in una prospettiva più strategica esso assume una connotazione più ampia; il monitoraggio compare infatti (vedi documento strategico MIMS) come una delle 3 declinazioni del concetto di transizione digitale (le rimanenti due consistono in “mobility as a service” e “veicoli autonomi”). Nel concetto di monitoraggio vanno perciò contemplate sia le tecnologie (quali sensori e software) per la rilevazione e l’elaborazione dei dati, sia le piattaforme di aggregazione dei big data; in tale accezione più ampia trova conseguentemente collocazione anche il BIM, non più circoscritto alla creazione del modello digitale dell’opera, ma bensì declinato nelle sue molteplici applicazioni (progettazione, valutazione delle differenti ipotesi progettuali, controllo dei tempi in fase di realizzazione, supporto alla fase gestionale e manutentiva), inclusa la gestione dei processi attraverso la creazione e strutturazione di appositi AC Dat per il monitoraggio digitale delle informazioni relative a processi, operatori ed opere.
Con tali premesse si palesa con ancor più evidenza la necessità di operare una distinzione tra BIM model (nel senso di modellazione dell’asset) e BIM modelling (intesa come metodologia applicata). Parlando di digitalizzazione delle infrastrutture lineari, infatti, bisogna prevenire e scongiurare il rischio di una dicotomia di approccio tra la gestione su larga scala e quella sulla singola opera che, invece, devono potersi interfacciare per consentire che le informazioni su larga scala uniformino e rendano tra loro coerenti quelle prodotte per ogni singola opera e che le informazioni su ogni singola opera si innestino “armoniosamente” in un sistema di gestione su larga scala.

INFRA BIM, le questioni aperte trattate nei webinar di luglio
Data per acquisita la centralità dell’esigenza di adottare una logica orientata ai processi, e alla luce dell’enfasi ad essa riservata nei documenti ministeriali più sopra citati, si sono rivelate particolarmente appropriate le scelte editoriali fatte per i due appuntamenti di luglio della BIM community, in cui sono state commentate ed analizzate le principali problematiche legate ad una corretta pianificazione dell’implementazione del BIM in ambito infrastrutturale. Grazie al contributo degli ingegneri Rachele Bernardello e Paolo Borin dell’Università di Padova – che nella loro attività di ricerca hanno seguito e sviluppato diversi progetti legati alla modellazione digitale di infrastrutture lineari per il trasporto sia stradale che ferroviario, in collaborazione con i maggiori gestori ed operatori di rete nazionali – è stata, più nello specifico, analizzata la corretta strutturazione per flussi di lavoro di un processo BIM per le infrastrutture. Nello specifico la definizione dei model use, l’organizzazione dei modelli, le strategie di modellazione geometrica e informativa, la produzione degli elaborati, la condivisione dei modelli e l’esecuzione dei model use, soffermandosi in particolare sulle prime fasi, propedeutiche ed indispensabili ad un corretto sviluppo dell’intero processo, ovvero su quelle della condivisione della corretta semantica per l’organizzazione dei dati e sulla definizione degli usi dei modelli (adottando la definizione di Succar, sulla traduzione dei requisiti quantificabili di un progetto per la relativa trasformazione in output del progetto stesso).
Nel corso dei due incontri sono stati illustrati i principi guida generali e alcune buone pratiche, tra quelle già sperimentate, utili ad una corretta impostazione di un progetto di infrastruttura in BIM, approfondendo in particolare i primi step logici di un corretto approccio metodologico:
- Individuare e definire le informazioni (indispensabili, necessarie, utili) che serviranno nella successiva produzione dei modelli, in relazione agli obbiettivi finali della committenza
- Definizione dei requisiti da inserire nel modello al fine di costruirne uno di cui poi poter effettivamente disporne, non suscettibile a successive rivisitazioni e/o modifiche.
Di particolare interesse e significato sono stati anche i feedback ai sondaggi proposti al termine del webinar; ciò in virtù sia del qualificato osservatorio che la BIM community rappresenta, sia per la numerosa ed attiva partecipazione ai 2 eventi (250 partecipanti complessivamente, di cui 150 hanno seguito entrambi), che hanno confermato la sensazione diffusa, tra gli operatori specialisti di BIM, che nel campo dell’infra BIM vi sia tuttora, dal lato della domanda, parecchio lavoro da fare.
Per esempio, circa 2/3 dei partecipanti ha dichiarato che nelle gare pubbliche aventi per oggetto un’infrastruttura, il modello BIM era solo genericamente richiamato o ignorato nel bando di gara (il dato differisce di poco anche restringendo l’analisi a coloro che hanno dichiarato di operare frequentemente in ambito infrastrutturale).
La percezione di una domanda di mercato ancora da alfabetizzare su queste tematiche trova conferma anche nella considerazione che le materie oggetto dei webinar sono attualmente ancora di nicchia e prerogativa dei soli esperti.
Si ricorda che tutte le registrazioni degli eventi organizzati per la BIM Community sono disponibili nel gruppo Generale della community; si può accedere al relativo archivio attraverso il menù “File”, sezione “contenuti multimediali”.

Leggi l'articolo su ICMQ Notizie n. 107

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