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Intervista a Marco Caffi, Direttore di GBC Italia

Pubblichiamo l'intervista rilasciata da Marco Caffi, Direttore di GBC Italia, che ha recentemente ottenuto la certificazione della propria abitazione secondo il protocollo GBC Home.

L’intervento residenziale privato, sito in via Suardi 12 a Brescia, di proprietà dell’ing. Marco Caffi, attualmente in carica come Direttore di GBC Italia, ha ottenuto il prestigioso livello di certificazione GBC Home platinum. Il suo ruolo di direttore di GBC Italia ha influito anche sulle sue scelte personali in tema di sostenibilità. Quali motivazioni l’hanno portata a intraprendere questa strada?
Sono convinto che la credibilità delle proposte avanzate passi anche nell’essere i primi a mettersi in gioco e ad applicare per se quanto si propone per gli altri. Visto il mio ruolo all’interno dell’associazione non potevo quindi non dare il buon esempio certificano la mia abitazione con il protocollo GBC HOME.

Nel mio caso l’applicazione del rating GBC è stata motivata anche dalla volontà di mostrare al contesto locale bresciano, dove l’applicazione dei protocolli energetico-ambientale è ancora poco diffusa, che quanto proposto da Green Building Council Italia, e divulgato anche nei percorsi dell’edutainment center cittadino AmbienteParco, è concretamente realizzabile e che esistono strumenti come il protocollo GBC HOME che possono aiutare tutti a fare scelte consapevoli, anche in contesti complessi come quello dell’edilizia ad accelerare la transizione ecologica per la quale tutti siamo chiamati ad impegnarci.

Da esperto di settore non avevo dubbi che le scelte progettuali attuate avrebbero comunque garantito il risultato finale atteso, in termini di efficienza, salubrità e confort ambientale. La scelta di applicare la certificazione GBC HOME non è quindi stata dettata principalmente da motivazioni tecniche, ma dalla volontà di poter comunicare in modo diretto ed efficace ai non esperti di settore la qualità dell’edificio. La curiosità di chi frequenta la mia famiglia di fronte alla targa della certificazione diventa spesso l’occasione per raccontare e ricevere la loro attenzione su alcuni aspetti applicati nella ristrutturazione dell’edificio come il recupero e riuso dell’acqua, la qualità dell’aria interna e il suo monitoraggio, la strategia di produzione di energia a servizio della casa ma anche per la ricarica dell’automobile elettrica.
In fase di progettazione ed esecuzione dei lavori il protocollo è stato anche lo strumento con cui spiegare ai figli il valore delle scelte che stavamo facendo, aumentando così un po’ anche la loro consapevolezza su come orientare i comportamenti di uso e consumo dello spazio abitato.

Alla luce dell’evoluzione della tassonomia per la finanza sostenibile, sono inoltre certo che questo contribuisca inoltre a garantire che il valore dell’edificio sia preservato nel tempo, rispetto agli edifici la cui sostenibilità non è misurata. Obiettivo questo imprescindibile in un investimento immobiliare considerando che la casa rappresenta per molti uno dei principali investimenti.

GBC Home è un Protocollo sviluppato specificamente considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della realtà italiana, prendendo spunto dal protocollo LEED. Quali sono le caratteristiche peculiari?
Innanzitutto le normative tecniche, che per il protocollo LEED fanno riferimento principalmente alle norme ASHRAE mentre in GBC HOME sono richiamate le norme italiane e le norme europee.
Il protocollo GBC HOME v.2, è stato inoltre semplificato in alcuni punti rispetto alla prima versione rendendolo più adatto all’applicazione al contesto edilizio residenziale della provincia italiana. Sicuramente l’applicazione di GBC HOME rappresenta per molti progettisti, imprese e committenti uno sforzo ulteriore rispetto a quanto sono chiamati a fare quotidianamente. Chi però lo applica non limitandosi a relazionarlo al singolo edificio ma ne fa uno strumento di impostazione del processo edilizio.

GBC HOME ha inoltre un’area di valutazione denominata priorità regionali, i cui crediti sono stati impostati per valorizzare alcune scelte e strategie di intervento in funzione della collocazione geografica nazionale dell’edificio.

Altra differenza fra i protocolli GBC e i protocolli LEED è che i primi prevedono un numero minimo di visite di verifica in cantiere durante l’esecuzione delle opere, che i protocolli americani non prevedono. Questo elemento è a mio parere molto importante perché funge da stimolo per tutti gli operatori coinvolti nella costruzione ad operare al meglio in quanto sanno che, ai fini della certificazione, non saranno valutate solo le evidenze cartacee del lavoro svolto, ma anche le fasi di cantiere esaminate dal vivo.
Inoltre nelle fasi di verifica in fase di costruzione l’ispettore che visita il cantiere può acquisire una maggiore sensibilità nel valutare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi e una maggiore consapevolezza in merito alla veridicità delle certificazioni rilasciate dai progettisti e dalle imprese.

Qual è, secondo GBC Italia, il trend dei prossimi anni nell’applicazione di questi strumenti? E quali sono i fattori o soggetti che maggiormente spingono per darne diffusione?
Il trend di applicazione dei protocolli energetico-ambientali è in aumento, come testimonia il crescente interesse che riscontriamo dalle sempre più numerose richieste di chiarimenti che giungono in GBC Italia dai vari operatori del mercato.

Com’è noto ci sono alcune città dove l’applicazione di questi rating, che ad oggi è volontaria, sta diventando la norma. Fra tutte vi è Milano che oggi conta più di 320 edifici certificati o in via di certificazione A questi si aggiungono alcuni quartieri che saranno certificati ai sensi di protocolli LEED o GBC specifici per le aree cittadine.

L’applicazione dei rating system energetico-ambientali sta crescendo anche in realtà minori di provincia, grazie all’obbligo di applicazione dei CAM edilizia per gli edifici pubblici di nuova costruzione o ristrutturazione. Per molti di tali criteri viene infatti indicato che la rendicontazione della loro applicazione può essere dimostrata perseguendo una certificazione che contiene quel determinato criterio. Alcune amministrazioni pubbliche premiano inoltre il raggiungimento di uno specifico livello di certificazione, ai sensi di rating-system energetico ambientali, all’interno delle gare d’appalto secondo il criterio dell’ offerta più vantaggiosa. Tutto ciò rappresenta uno stimolo per progettisti ed imprese ad acquisire la competenza necessaria, che viene può essere poi riproposta in altri contesti.

Il settore pubblico rappresenta quindi per una parte del territorio nazionale lo stimolo a perseguire l’applicazione di questi strumenti. Questa tendenza crescerà ancora nei prossimi anni in quanto la stessa Commissione Europea ha pubblicato nello scorso autunno la versione aggiornata di Level(S), il framework di indicatori di sostenibilità degli edifici. Questo strumento di reporting, ad oggi volontario, rappresenterà in futuro il riferimento per la rendicontazione dell’impatto degli edifici attraverso i protocolli che troveranno quindi un ulteriore spinta al loro utilizzo.

Infine non è da dimenticare lo stimolo che la tassonomia per la finanza sostenibile introdurrà in termini di necessità di rendicontare la sostenibilità degli investimenti.
Sono in fase di definizione i criteri che gli investitori e le imprese potranno utilizzare per caratterizzare i loro investimenti in progetti e attività economiche che hanno un sostanziale impatto positivo sul clima e sull'ambiente. Tale caratterizzazione passa da un misura degli impatti e per l’edilizia i protocolli energetico ambientali, nella loro evoluzione, possono svolgere tale ruolo.



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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.