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La valutazione di conformità per il Next Generation EU: la parola d’ordine è misurare

Grazie alle risorse del NGEU abbiamo l’occasione di riportare il Sistema Italia al pari dei grandi e moderni paesi europei, che, contando su solide economie e su debito pubblico basso, si trovano oggi in posizione di grande vantaggio rispetto a noi.
Le direttrici sulle quali si basa il nostro piano nazionale e che avranno maggiori risorse a disposizione sono le cosiddette due transizioni gemelle: quella verso un’economia sostenibile e quella verso un’economia digitale e tecnologica. Il 70% delle risorse dovrebbero essere spese entro il 2023 e la restante parte entro il 2026.
In questo scenario, la valutazione di conformità, ancor più se accreditata, se opportunamente promossa e diffusa all’interno delle imprese, può rappresentare un elemento fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese, poiché essa incide direttamente sulla razionalizzazione di processi e prodotti, introducendo elementi di misurabilità, di verificabilità e di continuo miglioramento qualitativo.
Così facendo si riducono anche i margini di discrezionalità nei rapporti tra imprese, tra esse e la pubblica amministrazione e con i cittadini/consumatori. Lo strumento della valutazione di conformità accreditata può costituire un valore aggiunto importante per la competitività delle nostre imprese, sia come assicurazione di qualità al mercato e contrasto alle politiche protezionistiche, sia all’interno dell’impresa stessa come strumento di costante controllo e fattore di miglioramento.
E proprio l’occasione del NGEU può costituire un elemento importante per valorizzare i servizi della valutazione di conformità accreditata. L’Europa richiede che le nostre proposte siano misurabili.
Questa è la parola chiave: misurare.
Chi può attestare il raggiungimento di un risultato se non l’industria TIC (Testing Inspection Certification)? Dovranno essere stabiliti obiettivi legati alla sostenibilità, visto che si deve operare all’interno del Green Deal: e chi, se non la valutazione di conformità accreditata, può garantire la misura di alcuni parametri?
Le risorse economiche messe in gioco dal NGEU dovranno essere fruite solo dalle imprese che opereranno in onestà, secondo i requisiti richiesti e che forniranno, in modo oggettivo, i risultati attesi. In caso contrario si stabilirebbe una competitività falsata che sarebbe dannosa per le imprese serie e credibili. In un piano Transizione Green 4.0 si potrà utilizzare la valutazione di conformità accreditata come unico elemento di garanzia verso il mercato e le istituzioni, come già avvenuto per Industria 4.0.
È ormai convinzione di tutti che ci sarà una transizione verso un’economia sostenibile e digitale: in questo processo un ruolo fondamentale l’avrà la pubblica amministrazione, che certamente oggi non è attrezzata per gestire con efficienza e competenza questo compito. Quindi anche il sistema per la qualificazione delle stazioni appaltanti, stabiliti i requisiti dal legislatore, dovrà utilizzare delle metodologie condivise per attestare la loro capacità, siano esse certificazioni di processo o utilizzo di personale con competenze certificate.
Insomma, l’industria TIC può e dovrà svolgere un ruolo importante per accompagnare il nostro Paese in questo processo di innovazione e di trasformazione. È un passaggio troppo importante, che dobbiamo condurre con serietà, professionalità e competenza per fornire la necessaria credibilità, non solo all’Europa che elargisce i fondi, ma anche agli investitori, che stanno guardando all’Italia con estremo interesse per i notevoli investimenti che si dovranno realizzare nel prossimo futuro nel settore infrastrutturale.

Leggi l'editoriale su ICMQ Notizie n. 101

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