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Intervista ad Alfredo Ingletti, 3TI Progetti

3TI Progetti ha recentemente ottenuto la certificazione per il sistema di gestione BIM. Ne parla Alfredo Ingletti, Presidente di 3TI Progetti, in un'intervista pubblicata su ICMQ Notizie n. 91

Quali sono le ragioni per cui avete deciso di operare secondo il metodo Bim?
Il settore delle costruzioni è tradizionalmente uno dei più arretrati dell’intero mondo industriale, e questo riguarda tanto l’organizzazione dei cantieri e delle modalità costruttive, quanto l’innovazione dei materiali e delle caratteristiche prestazionali dei manufatti. Negli ultimi tempi il paradigma della comunicazione si è spostato drasticamente nella direzione della condivisione dell’informazione, più che del bene materiale. In questo senso oggi siamo più interessati al risultato che l’infrastruttura produce per coloro che ne devono fruire, più che all’infrastruttura stessa; se si progetta e costruisce un teatro oggi siamo più interessati a comunicare che un certo numero di persone potrà fruire di spettacoli teatrali piuttosto che quella comunità possiederà un teatro.
In questo senso il BIM (lo stesso acronimo esplicita il concetto) rappresenta proprio il processo di ampliamento del contenuto informativo del progetto, andando oltre la tradizionale definizione di istruzione finalizzata alla costruzione, e investendo tutta la vita e tutti gli aspetti significativi di un opera. Per noi dunque è stato naturale abbracciare questa nuova modalità progettuale in maniera completa e sin dalla prima comparsa sul nostro mercato. In più, essendo la nostra attività per la maggior parte orientata all’estero, verso Paesi in cui gli standard sono mediamente più alti dei nostri, è stata anche una opportunità di sviluppo della nostra capacità produttiva.

Quali sono attualmente i mercati che richiedono una specifica competenza nell’uso del metodo BIM?
Il BIM è un’innovazione per l’Italia, ma non lo certo per altri Paesi. Nel mondo ci sono sei nazioni dove il BIM è obbligatorio per legge e quattro sono europee (Danimarca, Finlandia Norvegia e Regno Unito), alle quali si sta aggiungendo l’Italia. Non è regolamentato per legge ma comunque molto diffuso anche in Germania, Francia Spagna e Irlanda. Al di là di questo, molti appaltatori pubblici e privati nel mondo richiedono come requisito necessario la progettazione BIM. Per 3TIPROGETTI, ad esempio, il BIM è stato il presupposto per acquisire l’incarico per la progettazione della metropolitana di Doha, in Qatar, una delle opere in costruzione al momento più importanti al mondo, dove abbiamo sperimentato i livelli più approfonditi ed evoluti di questa nuova rappresentazione di contenuti informativi all’interno del progetto. Ci fa piacere poter pensare di essere stati pionieri in Italia, e di aver contribuito a diffondere la cultura del BIM nel nostro Paese.

La scelta di certificare il sistema di gestione BIM della vostra azienda secondo lo schema di ICMQ, ha implicazioni di natura organizzativa oltre che di marketing e comunicazione?
Al momento degli audit ICMQ ha trovato un’azienda già pronta e collaudata, avendo avuto la lungimiranza di prepararci per tempo all’utilizzo del BIM. Abbiamo investito risorse sia per implementare la nostra tecnologia, sia per la formazione dei nostri professionisti. Oggi possiamo vantarci di essere una delle società di ingegneria italiane con sistemi e personale più efficaci ed efficienti.

Ritenete che la qualifica ottenuta sia richiesta dalla committenza come fattore premiante nei bandi di gara?
Partendo dal presupposto che l’utilizzo del BIM oggi sia indispensabile, non potevamo non intraprendere il percorso della certificazione. Da un lato per una questione di principio e di prestigio, in secondo luogo per attestare nei confronti della clientela il nostro ruolo e le nostre capacità aumentando la nostra competitività sia sul mercato interno che su quelli internazionali.

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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.