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Da oggi certificabile anche il processo di creazione Carbon Footprint

L’impronta climatica di un prodotto (o, come è meglio conosciuta a livello internazionale Carbon Footprint of Product CFP) consiste nel quantificare le emissioni di gas serra (GHG) legate all’intero ciclo di vita di un prodotto. Un metodo che permette di conteggiare tanto le emissioni collegate all’estrazione e trasformazione della materia prima, quanto quelle legate alla produzione, al trasporto, all’utilizzo e allo smaltimento del prodotto finale.

Utilizzare la Carbon Footprint significa comprendere le fasi più critiche in termini di emissioni di GHG, rendendo possibile intervenire per ottenere una forte riduzione di gas nocivi all’ambiente e all’uomo.
L’introduzione della CFP in Italia ha portato in un primo momento alla pubblicazione della Specifica tecnica ISO/TS 14067 dopo un lungo percorso di sviluppo. La revisione successiva è invece riuscita a portare in tempi più rapidi alla pubblicazione, nel 2018, di una specifica norma ISO 14067 sulla Carbon Footprint di Prodotto (CFP).
La novità più interessante della nuova norma è il “CFP systematic approach” che facilita lo sviluppo di CFP di più prodotti all’interno della stessa organizzazione.
Il Systematic Approach può essere applicato a una pluralità di prodotti e/o servizi di una stessa organizzazione, purché questi prevedano lo stesso campo di applicazione, in termini di set di dati e modalità di allocazione.

I requisiti che prevede la norma
La norma stabilisce tre tipi di requisiti che il Cfp Systematic Approach deve garantire: requisiti generali, requisiti specifici della descrizione del Cfp-SA e requisiti delle procedure del Cfp-SA.
I requisiti generali richiedono la descrizione della sequenza delle attività del processo per la definizione della comunicazione Cfp, la determinazione delle relative procedure operative per la sua attuazione e per il relativo controllo e monitoraggio. Devono essere chiaramente stabilite e rese note le responsabilità delle varie figure che, all’interno dell’organizzazione, sono coinvolte nel Cfp Systematic Approach, così come devono essere riportate le necessarie risorse materiali ed umane impiegate. All’interno del processo devono venire anche implementate alcune importanti modalità per identificare quegli elementi di rischio che possono potenzialmente condurre a Cfp non rappresentative.
I requisiti specifici per la descrizione del Cfp-SA, riguardano l’attività di acquisizione dei dati utili per definire il LCA, in modo tale che siano ridotti al minimo potenziali errori dovuti a insufficiente copertura e campionamento dei dati. Devono essere stabilite le loro modalità di gestione, definendo tutte le procedure relative ai processi di acquisizione delle informazioni, così come le modalità di allocazione impiegate e gli scenari di fine vita. Il Systematic Approach dell’organizzazione deve essere quindi validato in termini di correttezza e rappresentatività prima di essere impiegato per sviluppare delle Cfp di prodotto, mediante la realizzazione di un caso pilota per un prodotto specifico. Una volta conclusa tale attività, il sistema è quindi applicabile a tutti i prodotti all’interno del suo campo di applicazione.
Infine, i requisiti specifici per le procedure del Cfp-SA, prevedono che siano chiaramente esplicitate le versioni delle PCR adottate, gli ulteriori requisiti definiti dal Program Operator (qualora presenti), e le attività previste per l’eventuale verifica esterna (ad opera di un soggetto terzo indipendente) della Cfp.

Il 29 gennaio un seminario per chiarire le novità della ISO 14067
Per chi desidera approfondire i dettagli della normativa Aequilibra organizza in collaborazione con ICMQ l’incontro dal titolo Standard ISO 14067 e la Carbon Footprint Systematic Approach che si svolgerà il prossimo 29 gennaio dalle 9.15 alle 12.30 si terrà a Mestre a presso l'Hotel Tritone.
Il seminario, che sarà trasmesso anche in diretta streaming, è finalizzato a presentare, dalla diretta voce di chi ha guidato lo sviluppo della nuova norma a livello ISO, le principali novità rispetto alla precedente Specifica tecnica del 2013. Saranno esaminate, inoltre, le sfide e le opportunità legate all’applicazione della CFP, analizzando il panorama dello stato dell’arte internazionale, inclusi i Program Operator che operano nei vari Paesi. Il servizio di pulizia è il primo settore ad essersi mosso nell’adozione della CFP in ottica di approccio sistematico, una delle principali novità della nuova norma UNI EN ISO 14067. Al seminario parteciperanno le aziende TTS Cleaning e Markas che porteranno la loro testimonianza al riguardo.

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