Intervista a John Stanton

CEO e Presidente dell’Institute for Sustainable Infrastructure

John Stanton, specializzato nella legislazione ambientale, è stato per otto anni il Vice Presidente del National Environmental Trust a Washington. A gennaio del 2017 è diventato CEO e Presidente dell’Institute for Sustainable Infrastructure. L’ISI cerca di trasformare radicalmente il modo di progettare, costruire e gestire infrastrutture per ottenere risultati più sostenibili e resilienti. ISI promuove uno strumento chiamato Envision che fornisce parametri di sostenibilità per tutti i tipi di infrastrutture.

1. Come nasce Envision? Envision è nata negli Stati Uniti nel 2012 dalla collaborazione tra Isi, Institute for Sustainable Infrastructure, e lo Zofnass Program for Sustainable Infrastructure presso la Graduate School of Design alla Harvard University. Envision è una risposta al bisogno dei governi locali americani di avere un programma più sostenibile per le infrastrutture. Prima che nascesse Envision, non esisteva un’unica definizione e un linguaggio comune di sostenibilità. Quindi l’università di Harvard, con la facoltà di economia, alcuni ingegneri ed architetti, hanno pensato di progettare un sistema che definisse la sostenibilità collegata alle infrastrutture.

2. Il fatto che tra i promotori di Envision ci sia l’American Public Work Association significa che Envision nasce da un’esigenza sociale più che economica? Sì, Envision nasce da un’esigenza sociale. L’American Public Work Association (APWA) che ha fondato tra l’altro l’ISI, è tra i promotori più importanti di questo programma perch´ funge da direttore di tutti i lavori pubblici, considerando che negli USA la maggior parte delle infrastrutture sono pubbliche. Solo un numero limitato è costituito da infrastrutture private.

3. Quali sono gli elementi di innovazione del protocollo Envision e a quali obiettivi vuole rispondere? Il protocollo Envision ha garantito la diffusione di un linguaggio comune sulla sostenibilità applicata alle infrastrutture. Vuole garantire il rispetto dell’ambiente, un coinvolgimento attivo della comunità e la riduzione dei costi per le procedure da mettere in atto. Inoltre, Envision non vuole essere uno strumento ma una guida decisionale. Viene applicato a tutte le infrastrutture civili ed è stato progettato per stare al passo con il concetto di sostenibilità, in continua evoluzione.

4. Il modello di “sistema aperto” offerto da Envision ha creato la diffusione del protocollo in tutto il mondo. Si tratta di un cambiamento di approccio nel campo della certificazione ambientale? Sì, sicuramente. L’intento di Envision non è propriamente quello di fornire una certificazione, piuttosto un’autovalutazione del progetto che permette di verificare se tutti o quali approcci sostenibili vengono presi in considerazione. Inoltre, è un aspetto molto importante che Envision offre un modello di “sistema aperto” perch´ questo significa che tutte le persone possono accedere al protocollo ed utilizzarlo. Envision si configura come un protocollo volontario e l’ISI è un’organizzazione no-profit, interessata agli investimenti sociali e al bene pubblico ed è stata creata per un unico scopo: sviluppare e mantenere un sistema di valutazione della sostenibilità per tutte le infrastrutture civili.

5. La città di Los Angeles ha adottato il protocollo Envision come sistema. Questo significa secondo lei che, grazie a questo tipo di azioni, presto avremo città del tutto sostenibili? Sì, tutte le infrastrutture di LA stanno applicando il protocollo Envision. Attualmente, tutta la città di Los Angeles, comprese le contee, stanno usando il progetto. Envision, in questo modo, certifica la città e le permette di diventare sostenibile. Tutta la città collabora per diventare sostenibile, promuove il concetto di sostenibilità e lo utilizza su tutte le infrastrutture. La città di Los Angeles utilizza il protocollo per costruire treni, metropolitane, autostrade, aeroporti e parchi, come il South Los Angeles Wetland Park. La città di Tucson, in Arizona e la contea di Puma lo hanno utilizzato per la realizzazione di un piano di gestione delle acque, essendo in un ambiente desertico carente di risorse idriche. Altri esempi sono: il depuratore di Brooklyn (New York), l’Historic Forth Ward Park di Atlanta e West Five di London, in Ontario, un quartiere-modello di design intelligente, che incorpora significative iniziative di risparmio energetico attraverso fonti rinnovabili. Una strategia multidisciplinare che incentiva i mezzi ecosostenbili per la viabilità ed evitare il traffico su quattro ruote dei mezzi inquinanti, creando un ambiente accogliente e vivibile. Dalla nascita di Envision, a Los Angeles più di 100 progetti pilota comuni sono stati portati a termine seguendo le linee guida del protocollo. Lo scopo principale è quello di garantire una qualità di vita elevata e il benessere collettivo riducendo il consumo di energia prodotto per tutto il ciclo di vita del progetto. Le esperienze di applicazione del Protocollo Envision che si stanno svolgendo negli Stati Uniti stanno comprovando che è sicuramente possibile progettare e realizzare infrastrutture sostenibili grazie anche alle comunità locali che sono a conoscenza del piano e partecipano attivamente al processo decisionale.

6. In Italia abbiamo un patrimonio paesaggistico e naturale importante da salvaguardare. Secondo lei in quale modo Envision può costituire un valore aggiunto nel favorire la progettazione e costruzione di infrastrutture a basso impatto ambientale? Envision si propone di mutare gradualmente l’ecosistema culturale, decisionale ed economico che sostiene lo sviluppo delle infrastrutture in Italia. Per fare ciò instaura rapporti di collaborazione come nel caso di ICMQ per l’Italia, grazie al quale oggi Envision può essere utilizzato anche sul territorio italiano. ICMQ, organismo di certificazione specializzato nel settore delle costruzioni, insieme a Stantec, già MWH e leader nella consulenza e progettazione ingegneristica e architetturale, hanno creato il sito www.envisionitalia.it, all’interno del quale sono riportate maggiori informazioni sul protocollo e sulle sue funzionalità. ICMQ certifica un progetto, fornendo al committente un riconoscimento di terza parte indipendente avendo i diritti esclusivi per la diffusione del protocollo, la formazione, la qualifica dei professionisti. In Italia il protocollo ha per ora riscosso l’interesse di Italferr e Metropolitana Milanese per la verifica della sostenibilità di alcuni progetti di opere infrastrutturali. MM ha condotto un’analisi volta ad allineare il proprio approccio progettuale ai criteri del protocollo, mentre Italferr ha realizzato le prime linee guida per l’applicazione del protocollo al settore ferroviario.

7. Envision e LEED. Due sistemi complementari oppure l’uno in qualche modo il primo ingloba il secondo? Envision e LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) possono considerarsi come due sistemi complementari perch´ si passa dalla scala dell’edificio e del quartiere a quella delle infrastrutture legate alla viabilità, alla produzione e trasporto di energia, al trattamento dei rifiuti, alla gestione delle acque, alle telecomunicazioni, al paesaggio e così via. Envision, in base al suo modello di “sistema aperto”, viene applicato su una vasta gamma di infrastrutture. La certificazione LEED si utilizza INVECE solamente per un edificio. Pertanto, se in ambito del “building” trova applicazione LEED, nell’ambito delle infrastrutture in generale, termine molto ampio nel quale si possono includere strade e ferrovie, acquedotti, impianti industriali, porti, aeroporti, acquedotti, elettrodotti e così via, si inserisce il protocollo Envision.

8. Oggi più che mai è importante dare valore alla cittadinanza. Sostenibilità significa rispettare le persone che popolano un territorio e migliorare le loro condizioni. In questo Envision come supporta la progettazione delle opere infrastrutturali? Basandosi sugli obiettivi che riguardano il rispetto dell’ambiente, della comunità e il mantenimento di costi bassI Envision ricopre molteplici aspetti legati a differenti ambiti della progettazione di un’opera infrastrutturale. Tra questi vi sono quello sociale, economico e ambientale. La struttura di Envision è basata su 3 differenti livelli: le categorie, le sottocategorie e i crediti. Le categorie sono 5 e rappresentano le macro aree di impatto secondo cui valutare la sostenibilità del progetto, ovvero Quality of Life, Leadership, Resource Allocation, Natural World e Climate and Risk. Le 14 sottocategorie identificano invece gli elementi principali di ogni area, e raggruppano sotto di esse un totale di 60 crediti. Ogni credito fornisce un indicatore di sostenibilità relativo a uno specifico aspetto di interesse ambientale, sociale o economico, attraverso il raggiungimento di un livello di “achievement” (improved, enhanced, superior, conserving, restorative) e l’attribuzione del relativo punteggio. Il rapporto percentuale tra i punteggi raggiunti, rispetto al massimo ottenibile, rappresenta il livello di certificazione del progetto conseguibile (bronze, silver, gold, platinum).

9. Un atro aspetto originale e di rilevante valore del protocollo è rappresentato dagli obiettivi di assicurare che vengano progettate e realizzate opere sempre più resilienti. Le risulta che su questo aspetto Envision si stia dimostrando efficace? Envision è uno strumento molto innovativo in quanto si propone di trasformare, in maniera graduale, l’ecosistema culturale, decisionale ed economico che sostiene lo sviluppo delle infrastrutture in tutto il mondo. E’ un meccanismo che apre un nuovo spazio di confronto, a beneficio di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione di un’opera civile. Envision riesce a seguire il cambiamento di approccio alle costruzioni iniziato già da tempo. La riduzione delle risorse, economiche e naturali, ha portato negli ultimi anni a ripensare il patrimonio edilizio ed infrastrutturale dell’uomo in tutto il mondo. Questa trasformazione si è tradotta in un diverso modo di progettare le città e i singoli territori, guardando non solo all’estetica, alla durabilità e alla sicurezza, ma anche all’impatto con l’ambiente e con le comunità che lo popolano.

10. In quale modo secondo lei Envision può incidere sul piano del contenimento dei costi complessivi della costruzione di un’infrastruttura? E in che misura? Envision si presenta come un percorso di self-assessment che dalla misurazione dei parametri di sostenibilità di un progetto prosegue con la sua registrazione, valutazione e verifica ad opera di un Organismo di Terza Parte indipendente per giungere, infine, alla certificazione. Permette di ridurre notevolmente i costi di gestione e manutenzione.

11. Secondo lei siamo molto lontani dal realizzare un protocollo anche per interi quartieri o aree urbane? No, uno degli obiettivi più cruciali di Envision è quello di applicare il modello anche a città di piccole e medie dimensioni. Il protocollo è applicabile a tutte le tipologie di infrastrutture, dall’energia, all’acqua, al trattamento dei rifiuti, ai sistemi di trasporto e informatici, fino al paesaggio, permettendo al team di progetto e al Committente di misurare la sostenibilità a tutto tondo dell’opera e validarla attraverso la certificazione del progetto da parte di un ente terzo, che garantisce trasparenza e imparzialità alla valutazione. Con Envision perciò è possibile progettare e realizzare infratsrutture basandosi sulla misurazione oggettiva dei vantaggi e delle convenienze collettive, sulla certezza delle capacità gestionali e manutentive e sull’opportunità di compartecipazione tra capitali pubblici e capitali privati.

AM/BC, Civiltà di Cantiere

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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.